PIERO MAZZOCCHETTI: “IL FESTIVAL DI SANREMO DEVE CAMBIARE ROTTA”

Nel 2007 salì sul podio dell’Ariston, terzo classificato con la sua “Schiavo d’amore”. Il tenore pescarese Piero Mazzocchetti è tornato quest’anno nella Città dei Fiori in veste di docente. Gli scorsi 18 e 19 febbraio, 60 allievi della sua Crossover Academy di San Giovanni Teatino si sono immersi a tutto tondo nell’atmosfera sanremese. Ospiti dell’Istituto Italo Calvino, hanno raggiunto Sanremo per partecipare alla master class “La voce da dentro”, patrocinata da Regione Abruzzo, Regione Liguria e Provincia di Pescara. Il gran finale con la cerimonia di consegna delle pergamene di partecipazione è stato ospitato nella storica Villa Nobel. Un ritorno a Sanremo in una veste inedita per Mazzocchetti, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità per la kermesse di fare un passo indietro, con la musica di nuovo al centro della scena.

IL FESTIVAL E' CAMBIATO - “Il Festival di Sanremo è molto cambiato rispetto a quello che era qualche anno fa. Questa edizione non mi è piaciuta. Oggi si tende a cercare il gossip, più che la canzone. Nel mondo siamo riconosciuti per la creatività, l’estro, l’eleganza. Ma di eleganza a Sanremo ne ho vista davvero poca”, ha dichiarato il tenore. “E’ stato dato troppo spazio allo show e agli ospiti. Il fatto che ogni concorrente potesse gareggiare con due brani, poi, è una sciocchezza: un artista preferisce sempre un pezzo a un altro e molti di loro si sono trovati a concorrere con una canzone meno forte rispetto all’altra, perché è stata quella scelta distrattamente dal pubblico al primo ascolto. La televisione dovrebbe essere uno spettatore silenzioso, non fare il Festival: a fare il Festival devono essere gli artisti”.

TORNARE A UN SANREMO PIU' CLASSICO - Dare più spazio alla musica, dunque, secondo il tenore montesilvanese: “Mi auguro - auspica Mazzocchetti - che il prossimo anno si cambi rotta e che si torni a un Sanremo più classico. Bisognerebbe fare il Festival con le canzoni e non con lo spettacolo e il varietà. La musica deve avere il suo spazio, in tutte le sue forme artistiche, abbracciando tutti i generi per accontentare tutto il pubblico. Non è certamente quello che abbiamo visto il Festival che si meritano gli italiani, in un momento di grandi sacrifici”. La lezione inaugurale della due giorni, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il maestro Beppe Vessicchio (foto) e il musicista e studioso sanremese Freddy Colt, è stata tenuta proprio da Piero Mazzocchetti.

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